UN CASO CLINICO DESCRITTO DAL GRANDE NEUROFISIOLOGO TORINESE LUIGI ROLANDO OLTRE 200 ANNI FA. TRATTASI DI EMORRAGIA SUBARACNOIDEA?
“Un uomo di anni 27 circa, di temperamento bilioso, in seguito alla maggior frequenza con cui si rinnovavano gl’insulti epilettici, è stato ricoverato nell’ospedale (Sassari ). Nessun giovamento dai salassi; gli accessi si ripetevano tre o quattro volte al giorno. Inutili furono gli antispasmodici ed in ispecie i fiori di zinco e la valeriana. Il viso si mostrava sempre più acceso e tumido anche negli intervalli. Infine dopo esser stato per 24 ore assalito di tanto in tanto da replicati insulti epilettici si fece soporoso ed apoplettico, e cessò di vivere dopo esser stato in questo stato per ore 14.
L’ autopsia fece vedere che un numero grandissimo di vasellini, i quali dalla pia madre che copre la protuberanza anellare penetrano nella sostanza di cui è questa formata, avevano acquistato un calibro triplo del naturale in modo che pieni e distesi di sangue nerastro si potevano estrarre dalla protuberanza come tanti vermicciuoli. Le parti vicine, cioè i peduncoli degli emisferi, il tuber cinereum, la coda del midollo allungato presentavano vasellini parimenti infettati, ma non così grossi come quelli che penetravano nella protuberanza. Egli è evidente che l’impeto del sangue che scorreva per questi vasellini, e che poteva rendersi più forte ad intervalli era la causa
dell’ epilessia in questo individuo.”
Tratto dal
- “Saggio Sopra la Vera Struttura del Cervello e Sopra le Funzioni del Sistema Nervoso” di Luigi Rolando, Seconda Edizione, pagg. 133-134