UN ANNO E MEZZO DI PANDEMIA: 4^ ONDATA SI, 4^ ONDATA NO?
Raccontare questa storia attraverso i dati della Protezione Civile della Sardegna può essere un utile strumento di analisi: non è solo la regione in cui vivo e lavoro, ma essendo un’isola relativamente poco popolata ma frequentatissima in estate, si presta a delle interpretazioni dei fenomeni epidemiologici abbastanza univoci.
LA PRIMA ondata
Che il virus non fosse manco per niente clinicamente morto, in Sardegna, ce ne accorgemmo intorno a ferragosto: la circolazione virale riprese a salire con la vita mondana estiva, soprattutto quella notturna, ed in numeri del contagio ripresero a salire, spingendo verso l’alto quelli dei ricoveri.
LA SECONDA ONDATA
Con la riapertura delle scuole e delle attività lavorative, i nuovi casi positivi continuarono la loro progressione verso l’alto. Ancora una volta, la curva delle ospedalizzazioni seguiva l’andamento di quella dei contagi.
Con i primi guariti si iniziò a puntare con forza sulla sieroterapia (detta anche plasma convalescente o plasma iperimmune). Il principio, che risale alla fine dell’ottocento, e venne introdotto da Von Behring nella terapia della difterite, è che gli anticorpi di soggetti guariti dalla malattia possano fornire difese immunitarie adeguate ai nuovi malati. Il principio sembrava valido, ma purtroppo gli studi mostrarono che questa terapia, alla prova dei fatti non era efficace.
autunno – inverno 2020/’21
In pieno autunno, l’escalation della pandemia, spinse le Istituzioni a creare una nuova forma di chiusure, a colori, con tutta una serie di stop and go su diverse attività lavorative e scolastiche. Nel frattempo, la maggioranza della popolazione aveva fatto propria le forme di comportamento adeguato e per trovare una mascherina FFP2 non ci si doveva rivolgere più al mercato nero.
Questa ondata è comunque la fase che in Sardegna ha prodotto il maggior numero di casi di Covid-19 ed ospedalizzazioni. Nonostante le tante difficoltà logistiche si è riusciti ad aprire nuovi covid-hospital e reclutare personale sanitario.
arriva la cavalleria!
“Sta arrivando la cavalleria“. Questo era il motto di fine anno. I vaccini sono quasi pronti per essere messi in commercio e lo stesso discorso veniva fatto per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali.
Con l’anno nuovo, i numeri della pandemia, in Sardegna, si raffreddarono al punto che, verso fine febbraio, l’Isola, prima regione in Italia, venne dichiarata “Zona Bianca“. Meno di 50 casi ogni 100k abitanti nelle ultime due settimane; via alle restrizioni ci fu detto. Ma i comportamenti che ne seguirono provocarono un rimbalzo dei nuovi casi e, sempre in maniera sincrona, un rimbalzo delle ospedalizzazioni. E così per pasqua si tornò in zona arancione, e mi pare per un pò anche in zona rossa. Insomma, dopo aver biancamente perculato il resto della nazione a febbraio ci ritornarono rosse pernacchie pasquali dall’altra sponda del Tirreno.
L’INIZIO DELLA CAMPAGNA VACCINALE
In tutto ciò, la penna da alpino del generale Figliuolo, sebbene spaventasse nella divisa una delle migliori penne (con inchiostro) della Sardegna, mieteva per tutta Italia, a centinaia di migliaia al giorno, dosi e dosi di Pfizer, AZ & Co.
E arriviamo all’ultimo mese. Dopo essere entrati tutti in un’unica fascia bianca, con pochissime restrizioni sociali, con il circa 50% della popolazione globale nazionale vaccinata in maniera completa e vincitori di un Europeo di calcio, ampiamente festeggiato per locali, appartamenti e strade, ci ritroviamo nella nostra Sardegna con una nuova escalation di nuovi casi. E’ iniziata una nuova ondata, se vogliamo possiamo chiamarla anche la ‘quarta ondata‘.
quarta ondata si o quarta ondata no?
Articolo del dott. Concetto De Luca