Tratto dal NEJM: Le ‘macchie di Bitot’
Un bambino di 4 anni è stato portato da suo padre nella clinica oftalmologica con una storia di ingrandimento di depositi bianchi da un anno in entrambi gli occhi e riduzione della visione notturna. All’esame, la congiuntiva dell’occhio destro (pannello A) e dell’occhio sinistro (pannello B) appariva secca e rugosa, con depositi schiumosi color crema vicino agli angoli esterni. Le cornee erano chiare, i fundus erano normali e l’acuità visiva era 20/30 in entrambi gli occhi. Il bambino appariva pallido, con capelli ipopigmentati, un peso di 10,5 kg e un’altezza di 92 cm.
carenza di vitamina a
I reperti oculari erano coerenti con le macchie di Bitot (Bitot’s spot), che sono accumuli di cheratina, spesso mescolati con una crescita eccessiva del Corynebacterium xerosis, che deriva dalla metaplasia epiteliale causata dalla carenza di vitamina A. La carenza di vitamina A può determinare anche cecità, a causa dell’ulcerazione della cornea con cicatrici, e in particolare cecità notturna, a causa della disfunzione delle cellule dei fotorecettori chiamati bastoncelli. In questo paziente, il livello sierico di vitamina A era di 16,8 microgrammi per decilitro (0,59 μmol per litro) (intervallo di riferimento, da 20 a 40 μg per decilitro [da 0,70 a 1,40 μmol per litro]) e il livello di proteina legante il retinolo era 0,01 g per litro (intervallo di riferimento da 0,03 a 0,06).
Bitot’s spot
Un’ulteriore indagine della storia ha rivelato estrema povertà, e ulteriori esami hanno mostrato segni di carenza alimentare, senza evidenza di parassiti intestinali. Il paziente ha ricevuto una dose orale di vitamina A, che è stata ripetuta 4 settimane più tardi. Sono state anche somministrate lacrime artificiali. Le macchie di Bitot sono diminuite, sebbene non si siano completamente risolte, nel corso di 12 settimane.
Ai genitori è stato consigliato di somministrare un’altra dose di vitamina A ogni 6 mesi fino a quando il bambino avrà 5 anni.
breve storia
Nel 1863, il medico francese Pierre Alain Bitot (22marzo 1822 – 2febbraio 1888), professore di Anatomia presso la facoltà di Medicina di Bordeaux, descrisse per la prima volta queste macchie.
Secondo il libro di Gerd Numitor, “Bitot’s spot” (2012), gli antichi Egizi curavano queste macchie facendo mangiare il fegato di animali, che contiene vitamina A.
riferimenti:
- https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMicm1715354
- https://en.wikipedia.org/wiki/Bitot%27s_spots#cite_note-Numitor2012-2
- https://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Bit%C3%B4t