Timeline: Rinascimento
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1543: viene pubblicato il testo di anatomia “De Humani Corporis Fabrica” del medico belga di scuola patavina Andrea Vesalio (Bruxelles, 31dicembre 1514 – Zante, 15ottobre 1564). Il libro può essere considerato l’atto di nascita dell’anatomia moderna (ponendo quindi le basi della medicina scientifica moderna) in quanto l’autore, fondendo in sé le due figure del “lettore” e del “dissettore”, da il via alla demolizione dell’opera galenica intesa fino ad allora in maniera dogmatica ed alla creazione di una forma di sapere medico maggiormente basato sulla sperimentazione. La sua opera non sarebbe stata possibile senza l’invenzione della stampa. Infatti, fondamentale per il successo dell’opera furono le illustrazioni del pittore Jan van Calcar (1499 ca – 1546), allievo di Tiziano. Con il disegno di van Calcar la prospettiva entra nel testo anatomico e da un importante contributo alla comprensione della parola scritta. Questo è uno dei rari esempi in cui l’arte si fa motore dello sviluppo della scienza: in futuro non ne avremo di altrettanto clamorosi.
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XVI secolo dc: Bartolomeo Eustachio (San Severino Marche, 1500-1510 – Fossombrone, 27agosto 1574) descrive la tromba di Eustachio (condotto che collega l’orecchio medio alla faringe), le valvole coronarie, le ghiandole surrenali (per la prima volta nella storia), ed altri organi.
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XVI secolo dc: il chirurgo militare Ambroise Parè (Bourg-Hersent, Laval, 1510 – Parigi, 20dicembre 1590) , al seguito dell’esercito del re di Francia, mettendo a confronto due gruppi di pazienti trattati in diversa maniera si accorge, a differenza di quanto comunemente creduto fino ad allora, che l’olio bollente non solo non è terapeutico ma è addirittura dannoso nel trattamento delle amputazioni e delle ferite chirurgiche. Egli realizzò anche nuovi tipi di pinze emostatiche e indicò la sifilide come una causa di aneurisma.
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XVI secolo dc: Gabriele Falloppio (1523 ca – 9ottobre 1562) descrive in dettaglio l’anatomia dell’orecchio medio ed interno, dei dotti lacrimali, dell’apparato riproduttivo (suo è l’eponimo tube di Falloppio indicanti le tube che collegano utero con ovaio) ed altri organi.
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1561: nel volume “De foramine ovali dissertatio” il chirurgo Leonardo Botallo (1519 ca – 1588 ca) da una descrizione del forame che collega gli atri nell’embrione anche se questa formazione era già nota ad altri autori. Altro eponimo legato a questo autore è il dotto arterioso di Botallo che collega nella vita fetale l’arco aortico e l’arteria polmonare.
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1564: viene pubblicato il “De Humano Foetu Opusculum“, opera di Giulio Cesare Aranzio (Bologna, 1530 – Bologna, 7aprile 1589) che presenta interessanti osservazioni sugli organi e sui processi della generazione.
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1569: l’esploratore Walter Raleigh (East Devon, 22gennaio 1552 circa – Londra, 29ottobre 1618) racconta di frecce avvelenate nel Nuovo Mondo sebbene non sia detto che queste frecce fossero avvelenate con il curaro. La parola curaro deriva dal termine usato presso i popoli degli indiani d’America “ourare” che indicava la freccia avvelenata.
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XVI secolo dc: L’anatomista patavino Fabrizio di Acquapendente (Acquapendente, 1537 – Padova, 21maggio 1619) fa costruire a Padova il primo teatro stabile di anatomia al quale ne seguiranno tanti altri nel resto d’Europa. Egli diede importanti contributi anche allo studio degli organi di senso ed all’embriologia.
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1597: nel “De curtorum chirurgia per insitionem libri duo” Gaspare Tagliacozzi (Bologna, marzo 1545 – Bologna, 7novembre 1599) divulga tecniche operatorie di chirurgia plastica, tra cui la tecnica di togliere dal braccio il lembo di pelle necessario alla riparazione delle parti lese del viso. La riuscita dell’operazione richiedeva l’uso di un apparato composto di bende e farsetto, utili a mantenere il braccio in posizione obbligata, mentre la cute innestata si adattava alla nuova sede.
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1572: L’introduzione del forcipe ed il suo utilizzo come pinza anatomica nei parti difficili ad opera del medico ugonotto inglese Peter Chamberlen (1540 ca – 1596) viene tramandata di padre in figlio per circa un secolo e mezzo.
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1612: il medico istriano Santorio Santorio (Capodistria, 29marzo 1561 – Venezia, 22febbraio 1636), comincia ad usare il termometro a scala per misurare la febbre. Il termoscopio era stato inventato, senza scala, da Galileo Galilei (Pisa, 15febbraio 1564 – Arcetri, 8gennaio 1642) ). Santorio crea anche una stadera che gli permette di misurare il peso corporeo valutandone le differenze prima e dopo i pasti, e dopo le varie forme di evacuazione. Santorio si accorge che esiste una forma di eliminazione di sostanza in maniera invisibile, che egli chiama “perspiratio insensibilis“, ponendo le basi per gli studi sul metabolismo basale.
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1602: L’invenzione del pulsilogio da parte di Galileo Galilei (1564-1642) pone le fondamenta per la creazione di strumenti sempre più precisi nel misurare la frequenza del battito cardiaco e lo studio delle aritmie.
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1618: Theodore Turquet de Mayerne (28settembre 1573 – 22marzo 1655) fa pubblicare la prima farmacopea, la “Pharmacopeia Londinensis“
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1622: il chirurgo lombardo Gaspare Aselli (Cremona, 1581 – Milano, 9settembre 1625) descrive i vasi chiliferi. Dopo una ventina d’anni, Jean Pecquet (1622-1674) scoprirà il loro collegamento alla circolazione sanguigna attraverso il dotto toracico.
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1628: il medico inglese William Harvey (Folkestone, 1aprile 1578 – Roehampton, 3giugno 1657) scopre e descrive la circolazione sanguigna in un manoscritto di 72 pagine pubblicato a Francoforte (il “De Motu Cordis“), ponendo le basi per tutta la fisiologia moderna ed assestando un durissimo colpo alle teorie galeniche.
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XVII secolo dc: A metà secolo Francis Glisson (Bristol, 1599 – Londra, 14ottobre 1677) pubblica la prima descrizione della capsula (“glissoniana“) che riveste il fegato.
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XVII secolo dc: il commerciante olandese Antoni van Leeuwenhoek (Delft, 24ottobre 1632 – Delft, 27agosto 1723) si diverte a costruire microscopi e fare scoperte in campo scientifico: scopre i globuli rossi (che descrive come 25.000 volte più piccoli di un granello di sabbia), la striatura delle fibre muscolari volontarie, ecc.
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XVII secolo dc: il medico Regnier de Graaf (30luglio 1641 – 17agosto 1673), amico di Antoni van Leeuwenhoek, scopre (forse non per primo) il “follicolo di Graaf” nell’ovaio.
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1661: Marcello Malpighi (Crevalcore, 10marzo 1628 – Roma, 29novembre 1694) descrive la presenza al microscopio di capillari polmonari e chiude il cerchio della dimostrazione harveyana sulla circolazione sanguigna.
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1664: Il dottore inglese Thomas Willis (Wiltshire, 27gennaio 1621 – Londra, 11novembre 1675) pubblica il suo “Cerebri Anatome“, testo in cui conia il termine neurologia e descrive il poligono arterioso denominato di Willis.
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1668: il medico aretino Francesco Redi (1626-1697) rigetta la teoria aristotelica della generazione spontanea proponendo la generazione riproduttiva degli insetti. Questo sarà un altro duro colpo ai dogmatismi del tempo.
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1687: Giovan Cosimo Bonomo (Livorno, 30novembre 1666 – Firenze, 13gennaio 1696) pubblica sotto forma di lettera “Osservazione intorno a’ pellicelli de corpo umano“, in cui individua la vera eziologia della scabbia, scoprendo il ruolo dell’acaro nella malattia. Egli studiò il fenomeno insieme allo speziale Giacinto Cestoni (Montegiorgio, 13maggio 1637 – Livorno, 29gennaio 1718).