STORIA DELL’ELETTROCARDIOGRAMMA DI UN BELUGA
Agli inizi degli anni cinquanta del novecento, un gruppo di ricercatori statunitense, comprendente il grande cardiologo Paul Dudley White (6giugno 1886 – 31ottobre 1973), studiò la relazione tra la grandezza dei cuori e la loro frequenza in diversi animali.
Essi volevano studiare il sistema di conduzione cardiaco già dalla fine degli anni trenta, avevano già iniziato a valutare gli elefanti, ma la guerra mondiale aveva interrotto (temporaneamente) il loro progetto.
Lo studio del beluga
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Nel 1952 si presentò per loro la possibilità di studiare, per la prima volta, una balena (Beluga Whale). I ricercatori idearono degli elettrodi da ‘arpionare‘ al cetaceo in modo da potere registrare l’attività elettrica cardiaca e decisero di procedere su un beluga bianca nei mari dell’Alaska, lungo circa 4,2 metri.
I ricercatori riuscirono a registrare un rudimentale elettrocardiogramma, ma il beluga rimase ferito durante la procedura di registrazione e successivamente sacrificato. Lo studio autoptico mostrò le caratteristiche cardiache simili a quelli degli altri mammiferi, umano compreso.
Il tracciato elettrocardiografico mostrò una frequenza cardiaca che variava tra i 12 ed i 24 battiti al minuto. Le onde P erano difficilmente visibili. Il QRS variava tra i 0,09 ed i 0,12 secondi, mentre il Q-T tra i 0.36 e di 0,40 secondi.
HOW LOW CAN YOU GO?
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I ricercatori proseguivano l’articolo scrivendo:
“Altri ricercatori hanno dimostrato che nei mammiferi subacquei, quando è necessario sospendere la respirazione ed è necessario ridurre il consumo di ossigeno o conservare le riserve di ossigeno, la frequenza cardiaca può essere ridotta fino ad un decimo, la circolazione attraverso i muscoli è notevolmente ridotta apparentemente dalla vasocostrizione, e l’acido lattico si accumula nel muscolo ma non nella circolazione generale. Inoltre, è stato dimostrato che contemporaneamente il flusso sanguigno al cervello è invariato o aumentato. Sembra ragionevole supporre che la frequente o forse completa scomparsa delle onde P può essere un effetto vagale”.
riferimenti:
- “The Electrocardiogram of a Beluga Whale” By ROBERT L. KING, M.D., JAMES L. JENKS, JR., AND PAUL D. WHITE, M.D. (Settembre 1953) https://www.ahajournals.org/doi/abs/10.1161/01.cir.8.3.387
- KING, R. L., BURWELL, C. S., AND WHITE, P. D.: “Some notes on the anatomy of the elephant’s heart“. Am. Heart J. 16: 734, 1938.
- https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Dudley_White