Ruggero Oddi e la scoperta della funzione dello sfintere che porta il suo nome

Ruggero Oddi e la scoperta della funzione dello sfintere che porta il suo nome

Ruggero Oddi (Perugia, 20luglio 1864 – Tunisi, 22marzo 1913)

Siamo nell’Università di Perugia, AD 1886. Ruggero Oddi, studente al quarto anno di Medicina, esegue studi ‘in vivo‘ sugli effetti della secrezione biliare nei processi digestivi. Il suo professore, Antonio Marcacci (1855-1915), gli aveva suggerito di eseguire una colecistectomia che, secondo le ipotesi in voga, avrebbe dato corso ad un ininterrotto flusso di bile nell’intestino. In un cane colestectomizzato Oddi osservò che i dotti biliare si dilatavano in maniera inaspettata, cosa che era considerata una risposta non fisiologica.

La fortuna era stata in agguato ma bisognava saperla cogliere. Oddi ipotizzò la presenza di un ostacolo che impediva la fuoriuscita della bile sebbene non ne individuò la natura. Ancora una volta il professor Marcacci gli diede il giusto suggerimento, indicandogli la presenza di un tessuto speciale nell’apertura del dotto biliare comune nel duodeno.


STUDI COMPARATIVI SU UMANO ED ANIMALI

Tavola IX dell’articolo originario di Oddi pubblicato nel 1887 (Fig. 1 cane; Fig. 2 maiale; Figg. 3-7 pecora e cane; Fig. 8 umano; Fig. 9 uccelli).

Oddi si mise a studiare in maniera sistematica e comparativa, nell’umano ed in differenti specie animali, quello che per primo egli chiamò lo ‘sfintere del dotto biliare comune. Studiando lo sfintere, il giovane studente di Medicina si stupì di come illustre anatomisti e fisiologi del passato non avessero individuato la funzione di quella particolare struttura formata da fibre muscolari sull’apertura del coledoco. Studiando i principali dati storici, il giovane Oddi si accorse che l’anatomista inglese Francis Glisson (Bristol, 1599 – Londra, 14ottobre 1677), oltre due secoli prima di lui, aveva ipotizzato l’esistenza di fibre anulari anche se non era riuscito ad osservale in maniera diretta. Per la sfortuna di Glisson, i suoi esperimenti, essendo stati eseguiti su cadaveri, non erano stati in grado di individuare la presenza di fibre elastiche a livello della papilla duodenale maggiore.

Una volta dimostrata l’esistenza dello sfintere, andava valutata fisiologicamente la sua capacità di resistenza. Oddi eseguì questa parte successiva del lavoro l’anno successivo presso l’Università di Bologna, dove nel frattempo si era trasferito.


Lo studio fisiologico sullo sfintere di Oddi

Prima pagina dell’articolo originario di Oddi (1887).

Per dimostrare che lo sfintere aveva “un tono che è in grado di resistere alla pressione delle secrezioni biliari“, Oddi inserì una cannula sull’apertura del coledoco ed introdusse del mercurio all’interno del tubo manometrico che era stato collegato con la cannula. Oddi dimostrò che il mercurio fuoriusciva gocciolando dalla papilla duodenale solo quando la colonna di mercurio superava la resistenza opponente dello sfintere. Con questo semplice apparato egli eseguì la prima colangiomanometria della storia, riuscendo a misurare la resistenza dello sfintere che prenderà il suo nome.

Questo giovane studente sembrava destinato ad una luminosa carriera accademica! Ruggero Oddi si laureò in Medicina a Firenze il giorno 2 luglio 1889. Egli rimase a Firenze come assistente presso l’Istituto di Fisiologia fino al 1894, anno in cui fu nominato Direttore dell’Istituto di Fisiologia, presso l’Università di Genova.


Il Declino della Carriera di Oddi

L’ampolla duodenale, contenente lo sfintere di Oddi, mostrata in una tavola del Gray’s Anatomy (1918).

A Genova, Oddi divenne associato di Stefano Capranica, un aristocratico che, sebbene non avesse la laurea in Medicina, aveva organizzato un laboratorio di biochimica nel suo palazzo che concedette in uso all’università per qualche anno. L’incontro con Capranica fu un punto di rottura nella carriera di Ruggero Oddi. Dopo la morte della moglie di Capranica, anche il nobiluomo entrò in una forte crisi esistenziale e morì all’età di 50 anni nel 1899. Capranica lasciò in eredità il suo laboratorio al seminario vescovile di Genova invece che all’Università. Dopo una battaglia legale, l’Università e l’Oddi dovettero rassegnarsi alla perdita del laboratorio. Profondamente amareggiato, Oddi abbandonò la carriera scientifica e lasciò l’Università di Genova. I dolorosi tormenti professionali e nella vita privata lo condussero a problemi legali, finanziari e di salute che avranno termine con la sua morte avvenuta nel 1913 a Tunisi.

Due anni dopo la morte di Oddi, morì anche il suo maestro Antonio Marcacci, senza che avesse mai reclamato i suoi meriti su questa grande scoperta anatomo-fisiologica


vedi:
  • Enrico Capodicasa, “Ruggero Oddi: 120 years after the description of the eponymous sphincter: a story to be remembered“, in J. Gastroenterol. Hepatol., vol. 23, 8 Pt 1, Australia, agosto 2008, pp. 1200–3, DOI:10.1111/j.1440-1746.2008.05417.x, PMID 18637058
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Oddi
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Francis_Glisson
  • Ruggero Oddi: “Di una speciale disposizione a sfintere allo sbocco del coledoco – Ricerche di Ruggero Oddi, studente del IV anno di Medicina“, (1887).
  • Ruggero Oddi: “Sulla tonicità dello sfintere del coledoco”, (1888).
  • R. Belloni: “Sulla vita e le opere di Ruggero Oddi” (1965)

 

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