IL PADRE DELLA GASTROSCOPIA A FIBRE OTTICHE
L’endoscopia a fibre ottiche venne sviluppata presso l’Università del Michigan negli anni ’50 del novecento dal medico gastroenterologo sudafricano naturalizzato statunitense Basil Hirschowitz (29maggio 1925 – 19gennaio 2013) e da due fisici (Lawrence Curtis e C. Wilbur Peters).
Metodi precedenti per visualizzare il lume gastrointestinale utilizzavano strumenti rigidi che si basavano su sistemi ottici rudimentali. Essi erano limitati nella maneggevolezza e causavano notevoli disagi a pazienti.
La tecnologia a fibre ottiche ha cambiato drasticamente la pratica endoscopica. L’endoscopio a fibre ottiche, o fibroscopio, era uno strumento flessibile che consentiva l’ispezione diretta del lume gastrointestinale. Anche se molti endoscopisti inizialmente resistettero all’introduzione di tale strumento, il fibroscopio alla fine ebbe successo [1].
vedi:
endoscopia a fibre ottiche
L’endoscopia a fibre ottiche entrò nel campo della praticabilità nel febbraio 1957, quando Basil Hirschowitz fece passare il primo prototipo nella propria gola e, pochi giorni dopo, in quella di un paziente. Hirschowitz aveva iniziato a lavorare sul “fibroscopio” nel 1954 mentre collaborava con il dr Marvin Pollard presso l’Università del Michigan. Dopo aver letto un articolo di Hopkins e Kapany che descriveva i recenti progressi delle fibre ottiche, Hirschowitz visitò gli autori in Gran Bretagna e ne discusse l’applicazione delle fibre ottiche all’endoscopia. Nei successivi tre anni Hirschowitz ed i suoi associati, presso la città di Ann Arbor, il fisico C. Wilbur Peters e il suo allievo, Larry Curtiss, idearono un metodo improvvisato ma efficace per estrarre le proprie fibre dal vetro. Alla fine del 1956 Curtiss riuscì a produrre una fibra rivestita di vetro con le qualità ottiche necessarie per il fascio di fibre di un gastroscopio. Dopo la dimostrazione dei progressi del nuovo fibroscopio nel 1957, Hirschowitz iniziò a collaborare con la ACMI (American Cystoscope Manufacturing Inc.) per produrre uno strumento pratico. Alla fine, nell’ottobre del 1960, Hirschowitz ricevette il primo modello di produzione e lo presentò alla rivista “The Lancet”, affermando con fiducia che
“il gastroscopio convenzionale è diventato a tutti gli effetti obsoleto”.
evoluzione del fibroscopio
Questo strumento ridusse il disagio dei pazienti migliorando la flessibilità e riducendo la massa dello strumento. I notevoli progressi dell’endoscopia della fine degli anni ’60 e degli anni ’70 inclusero il riposizionamento delle lenti per un campo visivo più ampio, l’aggiunta di canali per le pinze di biopsia, per l’aspirazione di aria o acqua, e per la deflessione controllata della punta nelle quattro direzioni.
La tecnologia a fibre ottiche ha trasformato l’endoscopia gastrointestinale in un modo ancora più profondo di quanto i suoi più ardenti sostenitori avrebbero potuto immaginare. Le procedure endoscopiche sono diventate più sicure e quindi più comuni, e praticamente nessuna regione del tratto gastrointestinale è rimasta inesplorata. William Haubrich, redattore della rivista “Gastrointestinal Endoscopy”, ha ricordato che
“i progressi nel design endoscopico erano così numerosi e rapidi nei primi anni ’70 che non si riusciva ad acquistare un nuovo strumento senza che questo venisse reso obsoleto da un modello ancora più nuovo”.
Le capacità diagnostiche di espansione dell’endoscopia sono state presto completate da nuove applicazioni terapeutiche, tra cui la polipectomia del colon con un sistema a trappola chiamato “wire loop snare” (1971), l’incannulazione del dotto pancreatico (1972), la rimozione dei calcoli biliari (1975) ed il posizionamento di tubi di alimentazione attraverso gastrostomia (1979). [2]
vedi:
il fibroscopio di Hirschowitz
Il dr Hirschowitz è stato autore o coautore di oltre 300 articoli sull’argomento.
Il suo endoscopio flessibile a fibre ottiche è ospitato presso lo Smithsonian Institution di Washington. [3]
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