Lorenzo Bellini, medico e anatomista
Lorenzo Bellini, (nato il 3 settembre 1643 a Firenze, morì l’8 gennaio 1704, Firenze), fu medico e anatomista che descrisse i tubuli collettori, o escretori, del rene, noti come dotti (tubuli) del Bellini.
Nella sua opera “Exercitatio anatomica de structura et usu renum” (1662; “Esercitazione anatomica sulla struttura e la funzione del rene”), pubblicata quando era uno studente di 19 anni all’Università di Pisa, Bellini mostrò per la prima volta che il il rene è costituito da un numero immenso di piccoli canali. A Pisa, il Bellini fu allievo, tra gli altri, anche del grande anatomista e fisiologo Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679).
Come professore a Pisa per 30 anni, Bellini descrisse gli organi del gusto (1665) e sottolineò il valore delle analisi delle urine come ausilio per la diagnosi (1683). Fu un pioniere nel tentativo di spiegare le funzioni fisiologiche facendo appello ai principi fisici. Dopo essersi ritirato dall’Università a Firenze (1693 o 1694), divenne medico del duca Cosimo III e di papa Clemente XI.
Il rene prima di Bellini
Le conclusioni del giovane scolaro del Borelli furono sorprendenti.
I reni, secondo la descrizione di Andrea Vesalio, erano tradizionalmente considerati organi carnosi solidi, non intessuti di fibre.
La successiva descrizione fattane dall’anatomista britannico Nathaniel Highmore (1613–1685) nel 1651, che aveva individuato in essi, al limite tra la corticale e la midollare, l’esistenza di una rete vascolare arciforme anastomotica tra sistema arterioso e sistema venoso, mostrava di tener conto soprattutto della circolazione sanguigna, ma considerava ancora la struttura degli organi secondo uno schema sostanzialmente vesaliano.
L’opera del Bellini
Nella prima parte della Exercitatio anatomica il Bellini ricorda brevemente i vari contributi degli studiosi che si erano interessati della struttura dei reni (omettendo, tuttavia, di menzionare Bartolomeo Eustachio – donde le scuse che si riterrà in dovere di rivolgere nella prefazione al De gustus organo);
nella seconda parte, esaminando lo schema anatomico dei reni tracciato dal Vesalio, rileva come in realtà egli non fosse riuscito a individuare la vascolarizzazione a pieno spessore intuita ma non dimostrata da Gabriele Falloppio, e afferma che mai erano stati osservati i canalicoli che conferiscono ai reni il caratteristico aspetto fibroso;
nella terza parte dell’opera, infine, espone le proprie ricerche originali corredate da una pregevole documentazione iconografica.
La scoperta del Bellini
La fondamentale scoperta del Bellini consiste nell’avere individuato nel rene l’esistenza di un sistema canalicolare terminante in tubuli che sboccano, mediante pori capillari, all’apice delle papille, e attraverso i quali l’urina confluisce nella pelvi.
Egli dimostrò la connessione tra tali formazioni tubulari e il sistema vascolare, mostrando di intuire il Meccanismo di filtrazione dell’urina nonché l’esistenza di diramazioni vascolari, che, provenienti dalla rete arciforme, raggiungono la superficie esterna dell’organo.
Altri contributi del Bellini
Meno importante fu la descrizione delle papille gustative linguali che il Bellini fece quasi contemporaneamente a Marcello Malpighi e C. Fracassati e che pubblicò a Bologna nel 1665 in un’opera dal titolo: De gustus organo novissime deprehenso; praemissis ad faciliorem intelligentiam quibusdam de saporibus. (ultima comprensione sull’organo del gusto; premesse ad una migliore conoscenza dei sapori).
Immagine dal Gray’s Anatomy:
vedi:
- https://www.britannica.com/biography/Lorenzo-Bellini
- https://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Bellini
- http://www.treccani.it/enciclopedia/lorenzo-bellini_(Dizionario-Biografico); di Giulio Coari – Claudio Mutini – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 7 (1970)