L’anatomia nel mondo islamico-ebraico del VII secolo dc

TRA SUPERSTIZIONE E RELIGIONE: ANATOMIA ED IL MONDO ISLAMICO-EBRAICO NEL VII SECOLO D.C.

L’anatomia era proibita ai mussulmani dal momento che questi credono che l’anima non abbandoni tutt’a un tratto, dopo la morte, il corpo, ma che a poco a poco passi da un membro all’altro e finalmente si concentri nel petto, donde poi svanisca. Sicchè il morto offrirebbe tormenti ad ogni taglio .
A ciò si aggiunge l’opinione comune agli Ebrei ed ai Maomettani, che i defunti vengano giudicati da due angeli, e che in questo esame si debbano tenere i cadaveri in posizione verticale. Gli è d’uopo perciò che nulla si perda dei cadaveri; fino a tanto che non sia seguito il giudizio sopra di essi. Allorchè il Toderini (Giambattista Toderini, abate e filosofo italiano del XVIII secolo, ndr) chiedette ad un mufti se fosse permesso notomizzare cadaveri umani, ebbe in risposta che la domanda stessa era contraria alle leggi.
I medici Arabi appresero l’anatomia dalle opere dei Greci, e specialmente da Galeno. Abdollatif ci assicura che i medici maomettani non lasciavano mai sfuggire l’opportunità di conoscere la struttura ossea del corpo umano ogni qual volta incontravano ossa o scheletri umani. In prova a ciò riferisce di aver egli un dì esaminato un mucchio d’ossa e trovato che la mascella inferiore è formata da un solo osso.
 

tratto da:
  • Storia Prammatica della Medicina” di K. Sprengel, 1792-1799. 

 

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