“HEY MAGGI, VUOI SMETTERLA DI ANESTETIZZARE ANCHE ME!?”
Fino ai primi decenni del novecento l’anestesiologia non era ancora una specializzazione vera e propria e la somministrazione dell’anestetico avveniva per lo più attraverso inalazione con maschere facciali.
Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, il giovane medico nord-irlandese Ivan Magill (1888-1986) si trovò a lavorare in una clinica a Sidcup, nel Kent. In cui si praticavano interventi chirurgici in pazienti che avevano subito importanti traumi facciali; questi tipi di interventi erano complicati anche dalla stessa tecnica anestesiologica.
Infatti, il chirurgo, che si trovava ad operare sul volto del paziente “incontrava con il proprio naso” il flusso espiratorio del paziente carico del farmaco anestetico somministrato attraverso insufflazione con un tubo di gomma nel faringe.
Magill, dunque, non solo doveva sopportare i rischi anestesiologici della pratica in corso, ma anche le battute ironiche del suo collega chirurgo, il grande Harold Gillies (Dunedin, 17giugno 1882 – Marylebone, 10settembre 1960) del tipo:
“Hey Maggi, vuoi smetterla di anestetizzare anche me!?”.
l’intubazione naso-tracheale
Nel 1922 le cose iniziarono a cambiare in maniera radicale con la procedura su un soldato che doveva essere sottoposto ad un esteso intervento sulla mascella deformata: come al solito, un catetere venne fatto passare attraverso il naso, sebbene la deformità e la contrattura della mascella impedisse un’adeguata espirazione e la respirazione del paziente diventasse difficoltosa.
Ma la novità fu che Magill fece passare un secondo tubo attraverso il naso del paziente che entrò (alla cieca) nella trachea, di fianco al catetere, il cui beneficio che ne seguì non lasciò dubbi sul valore dei due tubi.
L’intubazione tracheale moderna non era ancora nata, ma questo fu un importante passo nel giusto senso.
tratto da
- “Sir Ivan Magill” di Gail McLachlan, 2008
- https://anaesthesiaheritagecentre.wordpress.com/timeline/