DESCRIZIONE DI UN’ARITMIA CARDIACA NEL CAVALLO
“Questo cavallo era un castrato di 16 anni, alto 157 cm, e fu possibile studiarlo grazie alla cortesia del generale Smith e del Colonnello L. Blenkinshop di Salisbury … I sintomi erano presenti da 7 mesi.
Esso [il cavallo] era sotto osservazione da 7 anni, e non era noto per aver sofferto di adenite equina o altra malattia strana. La sintomatologia era costituita da irregolarità dell’azione cardiaca, marcato affanno, epistassi, tremori ed occasionali cadute durante esercizio moderato …
Il cavallo fu osservato a Bulford Plain il 25 giugno del 1910. L’attività cardiaca era assolutamente irregolare con frequenti lunghe pause di 2 secondi e brevi salve di battiti rapidi. La frequenza variava a riposo tra i 40 e 60 battiti al minuto. Durante l’esercizio la frequenza aumentava, ed una chiara pulsazione, non marcata ma distinta, appariva alla radice del collo. L’affanno diventava cospicuo dopo che il cavallo aveva galoppato per qualche minuto intorno ad un piccolo recinto. I toni cardiaci erano chiari e non erano presenti soffi. I battiti cardiaci erano più numerosi delle pulsazioni arteriose …
Il cavallo fu lanciato per una yarda al coperto e venne cloroformizzato. Secondo le regole fu ucciso con uno sparo alla testa e gli venne aperta la trachea. Una certa quantità di sangue sgorgò dalla trachea; il colpo aveva interessato la base del cranio. Di conseguenza la respirazione artificiale non era possibile. Il torace venne aperto con un’incisione sul lato destro e la rimozione di due coste, in modo da ottenere un’eccellente vista del cuore battente. I movimenti ventricolari erano impetuosi e le caratteristiche dei battiti corrispondevano a ciò che era stato auscultato nei precedenti esami. Rispetto ad un cavallo normale erano rapidi e l’irregolarità era estrema. Il ventricolo non mostrava distensione.
Inizialmente non si vide nessun movimento intrinseco nell’auricola che, a parte lo “strattone” imposto dal ventricolo, appariva come immobile. Non c’era nessun accorciamento generale delle sue fibre. Un’ispezione più accurata della muscolatura rivelò la presenza di movimenti fibrillari. L’epicardio dell’auricola destra nel cavallo è spesso ed opaco, ed i movimenti fibrillari sottostanti sono difficili da vedere ad occhio nudo. Un’accurata ispezione delle creste e, soprattutto, un controllo alla riflessione della luce sulla superficie, particolarmente vicino all’appendice, fu determinante.
I movimenti indipendenti delle riflessioni luminose ed, in generale, l’attività dei tessuti furono scoperti e riconosciuti dagli astanti, compreso il colonnello Blenkinsop. Per molti minuti si poterono vedere i movimenti coordinati ma irregolari. Venne posta una mano sotto il ventricolo che cominciava a dilatarsi e, nel sollevarsi dal pericardio, fibrillò. L’auricola continuò a fibrillare come prima; le due camere furono osservate fino a che tutti i loro movimenti cessarono.”
- Descrizione di una fibrillazione atriale da parte di Thomas Lewis, uno dei padri della cardiologia moderna e tratta dal testo ‘The History of Cardiology‘ del dott. Louis Acierno, cap. XX, 1994.
Il cardiologo Thomas Lewis (1881-1945)