CON BERENGARIO DA CARPI L’ANATOMIA DIVENTA ILLUSTRATA
Jacopo Berengario da Carpi (1460-1530) fu figlio di un chirurgo. Da giovane fu allievo del celebre editore e tipografista Aldo Manuzio. Studiò Medicina a Bologna e poi insegnò chirurgia a Pavia e successivamente nella stessa Bologna. Fu uno dei primi ad utilizzare il mercurio nel trattamento della sifilide (in seguito varrà il detto “una notte con Venere, una vita con Mercurio“).
Egli dedicò molto tempo allo studio dell’anatomia, e si vantò di aver praticato l’autopsia su centinaia di corpi; alcuni dei suoi detrattori lo accusarono perfino di aver dissezionato, in alcune occasioni, anche corpi ancora in vita.
In materia di anatomia, Berengario studiò i testi e le teorie di Mondino de Liuzzi (morto nel 1326), che confidava per la maggior parte nelle osservazioni dei medici arabi e che fece poche autopsie.
un infaticato osservatore
Al contrario, Berengario fu un infaticato osservatore ed è considerato l’autore delle prime illustrazioni anatomiche prese dalla natura.
Il suo primo lavoro illustrato fu il “Commentaria cum amplissimis additionibus super anatomiam Mundini“, pubblicato a Bologna nel 1521.
Nel 1522 e 1523 pubblicò le “Isagogae breves“, un compendio con lo scopo di sostituire il lavoro di Mondino, che era ormai sorpassato. A differenza dell’edizione del 1522, quella del 1523 aveva in più quattro illustrazioni sul cuore e due sul cervello, con alcune variazioni nelle xilografie dei muscoli.
Si ipotizza che le incisioni dei lavori di Berengario siano stati eseguiti dall’artista Hugo da Carpi (1455–1523).
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