Breve storia della posizione di Trendelenburg
“Dunque, in poche parole, mi piacerebbe ancora una volta richiamare l’attenzione in maniera particolare verso la natura ed i vantaggi di questa procedura.
Se si posiziona il corpo del paziente sul tavolo operatorio in modo tale che la sinfisi pubica si trovi nel punto più alto del tronco e che l’asse lungo del tronco formi un angolo di almeno 45° con quello orizzontale, allora i vari organi, specialmente fegato, milza e mesentere cadono nella concavità del diaframma in virtù del loro peso. L’intestino viene dietro e porta con sè la vera pelvi fino a che la pressione negativa lo permette …
Se si pratica un’incisione longitudinale o trasversa nella regione ipogastrica allo scopo di eseguire una litotomia, e si incidono i muscoli e la fascia sottostante, l’aria entra nello spazio prevescicale, spesso con un suono udibile, il peritoneo cade verso il basso formando un’esteso spazio vuoto in cui entra la luce e l’occhio può incontrare la parete anteriore della vescica insieme al foglietto riflesso del peritoneo …
Quanto facilmente e con sicurezza possa essere eseguita la litotomia sovrapubica in questa maniera è dimostrato dalla brevità del tempo richiesto: negli ultimi interventi di litotomia i miei assistenti hanno impiegato dai 35 ai 50 secondi di tempo dall’incisione della cute all’estrazione del calcolo”.
[F. Trendelenburg: “Über Blasenscheidefisteloperationen und über Beckenhochlagerung bei Operationen in der Bauchhöhle“]
LA POSIZIONE DI TRENDELENBURG
Nella ‘posizione di Trendelenburg‘ il paziente è su un piano rialzato e inclinato, solitamente di circa 15°- 45°, con la testa in basso e le gambe ed i piedi oltre il bordo del lettino.
Forse non tutti sanno che questa posizione, probabilmente, non fu inventata dal celebre chirurgo tedesco Friedrich Trendelenburg (Berlino, 24maggio 1844 – Nikolassee, 15dicembre 1924) sebbene da egli prenda l’eponimo.
DESCRIZIONI DELLA POSIZIONE DI TRENDELENBURG
La prima descrizione della posizione elevata di Trendelenburg fu data da uno dei suoi studenti, Willy Meyer (1854-1932), nell‘Archiv für klinische Chirurgie [di Bernhard von Langenbeck (Padingbüttel, 9novembre 1810 – Wiesbaden, 29settembre 1887) ], Berlino, nel 1885.
LA POSIZIONE DI TRENDELENBURG NELLA STORIA
Riporta lo storico della Medicina Luigi Belloni, in un articolo pubblicato in lingua inglese nel 1949 sulla rivista “Journal of the History of Medicine and Allied Sciences“, come già A. Cornelio Celso nel primo secolo dopo cristo, Paolo di Egina nel settimo secolo dopo cristo ed Albucasis nel decimo secolo dopo cristo avessero proposto l’uso della posizione inclinata per il trattamento chirurgico dell’ernia.
La rappresentazione grafica di questa posizione è chiaramente mostrata in un codice della ‘Chirurgia Rolandina‘, un manuale largamente diffuso nel medioevo. Una rapida occhiata della miniatura evidenzia come ci si imbatta in un intervento di ernia inguinale (magister incidit crepaturam). La “Chirurgia di M° Rolando da Parma detto dei Capezzuti. Riproduzione del codice latino n. 1382 delle R. Biblioteca Casanatense, Roma. Volgarizzamento e note del dott. Giovanni Carbonelli, Roma, 1927” riporta la didascalia in latino:
“in primis patiens collocetur in banco caput et humeros habens depressos: ut tota intestina descendant ad pectus”
“in primis il paziente viene collocato su un banco in cui la testa e gli omeri sono rivolti verso il basso, affinché tutti gli intestini discendano verso il petto”.
RIFERIMENTI:
- http://www.whonamedit.com/synd.cfm/967.html
- “Medical Classics (4)” by Rhazes, Publication date 1939 (PAG. 960)
- “Friedrich Trendelenburg: Historical background and significant medical contributions“, DI Lindsey Cassidy, Sujani Bandela, Candace Wooten, Coira Jennifer, R. Shane Tubbs, Marios Loukas; First published: 17 January 2014
- https://en.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Trendelenburg
- https://en.wikipedia.org/wiki/Trendelenburg_position
- https://it.wikipedia.org/wiki/Bernhard_von_Langenbeck
- “Historical Notes on the Inclined Inverted or So-called Trendelenburg Position” di LUIGI BELLONI – Journal of the History of Medicine and Allied Sciences, Volume IV, Issue 4, Autumn 1949