Breve storia del coronavirus
I ‘coronavirus‘ (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la ‘MERS‘ (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la ‘SARS‘ (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Il 9 gennaio 2020, il “China CDC” (il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina) ha identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come causa eziologica di un’epidemia di polmonite scoppiata nel dicembre 2019 nella città di Wuhan (Provincia dell’Hubei, Cina). Molti dei casi iniziali hanno riferito un’esposizione al ‘Wuhan’s South China Seafood City market’ (si sospettava un possibile meccanismo di trasmissione da animali vivi).
I coronavirus
I coronavirus sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie. I coronavirus sono virus nella sottofamiglia ‘Orthocoronavirinae‘ della famiglia ‘Coronaviridae‘, nell’ordine ‘Nidovirales‘. I coronavirus sono virus avvolti con un genoma di RNA a filamento singolo a senso positivo e con un nucleocapside di simmetria elicoidale. La dimensione genomica dei coronavirus varia da circa 26 a 32 kilobasi, la più grande per un virus RNA.
I coronavirus furono scoperti negli anni sessanta del novecento. I primi ad essere scoperti furono il virus della bronchite infettiva nei polli e due virus dalle cavità nasali dei pazienti umani con il raffreddore comune che furono successivamente chiamati ‘coronavirus umano 229E‘ e ‘coronavirus umano OC43‘.
La scoperta del coronavirus
Da allora sono stati identificati altri membri di questa famiglia, tra cui ‘SARS-CoV‘ nel 2003, ‘HCoV NL63‘ nel 2004, ‘HKU1‘ nel 2005, ‘MERS-CoV‘ nel 2012 e ‘2019-nCoV‘ nel 2019; la maggior parte di questi sono stati coinvolti in gravi infezioni del tratto respiratorio.
In uno studio di sorveglianza della malattia respiratoria acuta in studenti di Medicina, eseguito dai dottori Dorothy Hamre e Marc Beem (del ‘Dipartimento di Pediatria dell’Università di Chicago‘), che attraversò sei stagioni consecutive tra il 1961 ed il 1968, l’infezione da Human coronavirus 229E fu identificata grazie all’isolamento del virus e da studi sierologici.
Lo studio di Hamre e Beem
L’isolamento del virus identificò 12 infezioni, 8 in una stagione, 4 in un’altra. L’aumento anticorpale nel test di Fissazione del Complemento (CF) identificò 133 infezioni verificatesi in tutte e sei le stagioni di sorveglianza, coinvolgendo dal 15 al 35% degli studenti in tre stagioni di prevalenza “alta” e dall’1 al 5% nelle stagioni intermedie di prevalenza “bassa“. L’infezione si verificò in uno schema stagionale invernale-primaverile ed era associata a malattie respiratorie acute che non erano clinicamente distintive. L’infezione con altri comuni virus respiratori non stimolò un aumento del titolo anticorpi neutralizzanti il coronavirus 229E.
VEDI:
- https://en.wikipedia.org/wiki/Coronavirus
- https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/
- https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/2019-nCoV
- https://www.caringlyyours.com/coronavirus/
- “Human Coronaviruses: Insights into Environmental Resistance and Its Influence on the Development of New Antiseptic Strategies“, pubblicata su ‘Viruses‘, nov. 2012, di Chloé Geller, Mihayl Varbanov, e Raphaël E. Duval
- “A New Virus Isolated from the Human Respiratory Tract“; di Dorothy Hamre, John J. Procknow (First Published January 1, 1966)
- “VIROLOGIC STUDIES OF ACUTE RESPIRATORY DISEASE IN YOUNG ADULTS: V. CORONAVIRUS 229E INFECTIONS DURING SIX YEARS OF SURVEILLANCE” di DOROTHY HAMRE, MARC BEEM (DepL Pediatrics, Univ. of Chicago, Chicago, III. 60637).