Anomalie congenite cardiache
È comunemente accettato il fatto che Aristotele sia stato il primo embriologo. Il punctum saliens, le vene vitelline ed allantoidee furono descritte da lui.
La prima descrizione di destrocardia è attribuita ad Alessandro Benedetti, di Padova (1460-1525). Hieronymus Fabricius (Acquapendente, 1537 – Padova, 21maggio 1619) amplificò il lavoro di Aristotele con i suoi studi sullo sviluppo dei pulcini nell’uovo.
Giulio Cesare Aranzio (Bologna, 1530 – Bologna, 7aprile 1589) scoprì il dotto arterioso del feto.
forame ovale pervio
La conformazione generale del cuore fetale e la presenza del forame ovale furono descritti dall’anatomista ferrarese Arcangelo Piccolomini (1526-1586). La prima descrizione del forame ovale in un adulto è ascritta all’abate francese Pierre Gassendi (Champtercier, 22gennaio 1592 – Parigi, 24ottobre 1655), ma Leonardo da Vinci (Anchiano, 15aprile 1452 – Amboise, 2maggio 1519)potrebbe aver anticipato Gassendi.
Tra i difetti congeniti presentati da Giovanni Battista Morgagni (25febbraio 1682 – 6dicembre 1771) c’è la sua descrizione di una ragazza con cianosi che al postmortem rivelò formane ovale patente, grande abbastanza da contenere un dito.
tetralogia di fallot
Molto più comune come causa di cianosi è il difetto multiplo che porta l’eponimo Tetralogia di Fallot. Questa tetralogia consiste nella stenosi polmonare, difetto settale interventricolare, ipertrofia del ventricolo destro e destroposizione dell’aorta. Ora si riconosce la paternità della prima descrizione di questa causa comune di cianosi nei bambini all’anatomista danese Niels Stensen (Nicciolò Stenone, 11gennaio 1638 – 5dicembre 1686) nel 1672, mentre il medico olandese Eduard Sandifort (14novembre 1742 – 12febbraio 1814) ed il medico francese Etienne-Louis Arthur Fallot (Sète, 29settembre 1850 – 30aprile 1911) aggiunsero il loro contributo più tardi. Stensen fornì anche la prova che il cuore era un organo muscolare. Questa importante osservazione fu la prima considerazione in Europa sul cuore come organo puramente muscolare, e si può ritrovare nel suo trattato De Muscolis et Glandulous Observationem Specimen, cum Epistolis duabus Anatomicus.
il cuore come un organo muscolare
Prima di lui, riferimenti sulla natura muscolare del cuore si trovano nei lavori di Ippocrate e forse in un autore anonimo alessandrino. Nel 1784, l’anatomista scozzese William Hunter (23maggio 1718 – 30marzo 1783) descrisse tre esempi di stenosi polmonare o atresia con difetti multipli. Hunter credette erroneamente che tutti i difetti multipli fossero una conseguenza della stenosi polmonare. Altri celebri ricercatori che riconobbero questo comune difetto congenito furono Farre nel 1814, Gintrac nel 1884, Peacock nel 1866 e Roger nel 1879. L’eponimo Tetralogia di Fallot fu applicato dopo che Fallot (1850-1911) presentò la più completa descrizione di quella che i francesi chiamarono originariamente “maladie bleue”. Fallot conosceva bene la letteratura riguardante tale argomento. Il suo principale contributo sta nel fatto che egli dimostrò la possibilità di fare diagnosi prima della morte, un passaggio importante nella gestione di questa patologia. Fallot scrisse:
“Tale malformazione consiste di un vero tipo anatomo-patologico rappresentato dalla seguente tetralogia: 1) Stenosi dell’arteria polmonare; 2) Comunicazione interventricolare; 3) Deviazione dell’origine dell’aorta a destra; 4) Ipertrofia, quasi sempre concentrica, del ventricolo destro. L’insufficiente chiusura del forame ovale si può aggiungere in un modo del tutto accessorio.
Non si può, al momento, attribuire la cianosi alla persistenza del forame ovale … Sembra molto più logico ed in conformità con le leggi della fisiologia riguardare l’intera serie di tutte la alterazioni cardiache enumerate come un risultato della stenosi polmonare.”
Fallot (come Hunter) sbagliò la sua ipotesi sulla patogenesi dei difetti multipli. Egli pensava che tutti i difetti fossero conseguenza della stenosi polmonare piuttosto che di un’aberrazione dello sviluppo durante lo stato embrionale.
Coartazione dell’aorta
La Coartazione dell’aorta fu descritta da Morgagni nella sua XVIII lettera del De Sedibus. Egli notò la presenza di un’aorta ristretta in associazione ad un ventricolo sinistro di grandi dimensioni. La coartazione dell’aorta fu descritta anche da Paris nel 1791. Egli fu il primo a porre l’attenzione sull’esistenza di una circolazione collaterale in tale condizione. Paris aveva già notato la presenza di arterie intercostali marcatamente dilatate all’autopsia di una donna. Egli confermò che queste arterie dilatate erano canali collaterali grazie all’utilizzo di tecniche iniettive. Circa due decadi dopo la descrizione originale di Paris, l’aggiramento del flusso ridotto in aorta con il passaggio del sangue nelle parti distali del corpo fu riconosciuto dall’anatomista tedesco Johann Friedrich Meckel il Giovane (17ottobre 1781 – 31ottobre 1833)nel 1827, dal medico francese Auguste Gabriel Maurice Raynaud (10agosto 1834 – 29giugno 1881) nel 1828 e Jordan nel 1830. Tutti loro riconobbero l’importanza delle arterie intercostali nel fornire il bypass alla coartazione.
LA MALATTIA DI ROGER
La Maladie de Roger è caratterizzata da un difetto del setto interventricolare. Leponimo deriva dal pediatra francese Henri-Louis Roger (6gennaio 1809 – 15novembre 1891). Esso fu imposto ai posteri da Duprè nel 1891. Campbell lamenta l’imposizione dal momento che, secondo lui,
“la cieca approvazione della tesi di Roger per cui i difetti ventricolari settali producessero da soli impressionanti segni fisici ma nessun sintomo è uno dei più curiosi errori medici”.
anomalia di ebstein
Quadro autoptico, ecografico e schema dell’anomalia di Ebstein |
Il medico tedesco Wilhelm Ebstein (Jawor, 27novembre 1836 – Gottinga, 22ottobre 1912) descrisse l’anomalia che porta il suo nome (Anomalia di Ebstein) nel 1866 in un ragazzo di diciannove anni. Questa consiste in una dislocazione verso il basso della valvola tricuspide all’interno del ventricolo destro per una attaccatura anomala dei lembi tricuspidalici.
Atresia della valvola Tricuspide
Laubry e Pezzi nel 1921 addebitarono la prima descrizione dell’Atresia tricuspidalica a Henriette, Ferber e Hiffe (1860). In realtà il loro caso era un esempio di biatriatum triloculare (l’atrio destro che comunica con il ventricolo sinistro attraverso la valvola tricuspide) piuttosto che atresia della tricuspide come dichiarato da Laubry e Pezzi. Rashkind documenta che il primo uso della parola “atresia” per l’assenza dell’orifizio tricuspidalico si trova in un articolo di Schuberg pubblicato nel 1861. Il termine “atresia” riappare nel 1872 quando Dobner la reintrodusse nel suo articolo. Espressioni quali “nessuna valvola tricuspide”, “completa obliterazione della valvola tricuspide” ed “assenza di valvola tricuspide” sono state usate al suo posto. Dopo la prima parte del XX secolo la parola atresia divenne il termine accettato comunemente.
STENOSI AORTICA CONGENITA
È difficile tracciare il background storico della Stenosi aortica congenita. Prima del cardiologo inglese Thomas Bevill Peacock (21dicembre 1812 – 31maggio 1882), descrizioni isolate di valvole aortiche calcifiche non facevano distinzione tra i tipi acquisiti e congeniti. La stenosi valvolare aortica in presenza di bicuspidia fu descritta chiaramente per la prima volta da Peacock. Egli era dell’opinione che la valvola aortica bicuspide fosse particolarmente predisposta all’infiammazione ed alla calcificazione. Egli notò anche la frequente associazione di valvole aortiche bicuspidi con la coartazione dell’aorta.
OSTIUM PRIMUM ED OSTIUM SECUNDUM
Le differenze tra i tipi di difetto atriale settale ostium primum ed ostium secundum sono delineate in modo chiaro per la prima volta daL medico boemo Carl von Rokitansky (Hradec Králové, 19febbraio 1804 – Vienna, 23luglio 1878).
GRANDI PERSONAGGI DELL’EMBRIOLOGIA CARDIACA
Grandi personaggi della cardiologia pediatrica sono state certamente due donne, Maude Abbott ed Helen Taussig.
MAUDE ABBOTT
Maude Elizabeth Seymour Abbott nacque nel 1869 in Canada. La Abbott scrisse nel 1905 un capitolo, successivamente ampliato nel corso degli anni, sulla malattia congenita cardiaca per il testo System of Modern Medicine curato da Osler e Thomas McCrae (16dicembre 1870 – 30guìiugno 1935). I dati statistici e la classificazione delle varie anomalie congenite, sebbene presentati sulla base delle caratteristiche anatomiche, invocavano concetti fisiologici per spiegare i sintomi ed i segni clinici. Questa fu una novità sostanziale rispetto alle descrizioni puramente morfologiche del passato. Siffatto approccio fu amplificato nel 1947 da Helen Taussig. Il culmine nel lungo lavoro di Maude Abbott per scovare i segreti delle anomalie cardiache congenite fu il grande tomo che lei scrisse nel corso di molti anni. Tale opera fu pubblicata nel 1936, con il titolo Atlas of Congenital Cardiac Disease. L’atlante esaminava i 1000 casi studiati personalmente da lei ed includeva un analisi dello sviluppo e dell’anatomia comparativa di cuori di rettili, anfibi e mammiferi. L’atlante uscì come preliminario ad un volume ancora più grande che era in corso di preparazione, ma, sfortunatamente, la morte nel 1940 impedì alla Abbott di realizzare tale progetto.
UN’APPROCCIO FISIOLOGICO ALLA PATOLOGIA
La classificazione di Abbott delle varie anomalie congenite cardiache fornì una spinta verso l’approccio fisiopatologico. Questo permise ai chirurghi di escogitare un metodo chirurgico razionale per la correzione delle alterazioni fisiologiche. Ed in questo fatto sta la grandezza della Abbott e di Helen Taussig. Loro fornirono la chiave per la correzione degli errori della natura.
Il Canada ci ha dato Maude Abbott, ma anche il New England non fu da meno con Helen Taussig. Mentre Abbott fu una patologa, Helen Taussig era un clinico. La Abbott, sfortunatamente, morì prima di vedere i frutti chirurgici del suo lavoro, mentre la Taussig poté apprezzare l’esplosione tecnologica ed i progressi chirurgici del XX secolo.
Helen Taussig
Helen Brooke Taussig nacque a Cambridge, nel Massachusetts, nel 1898. Sebbene fosse una studentessa molto brillante, patì lo stesso atteggiamento abominevole che dovette sopportare la Abbott all’inizio della sua esperienza. La Harvard Medical School le negò l’accesso semplicemente perché in quel periodo le sue porte erano chiuse alle donne. La Boston University School of Medicine era molto più liberal, e fu qui che Helen iniziò i suoi studi medici. Successivamente si trasferì al Johns Hopkins, dove si laureò nel 1927. La dottoressa Taussig passerà tutta la sua carriera professionale nella sua alma mater. I suoi studi culminarono nella pubblicazione della sua prima edizione di un testo monumentale scritto in 10 anni. Giustamente intitolato Congenital Malformations of the Heart, questo lavoro analizzava le anomalie patologiche sulla base delle modificazioni emodinamiche che insorgevano ed erano la causa del quadro clinico. Il testo era corredato di illustrazioni anatomiche dettagliate e diagrammi schematici colorati di rosso e blu per indicare i vari gradi di ossigenazione. Questo lavoro contiene anche molte pertinenti radiografie. Il testo della Taussig integrava e perfezionava l’Atlas di Maude Abbott. La grandezza del contributo di Taussig si può apprezzare ancora meglio quando si comprende che tutto il suo lavoro fu realizzato con soli tre strumenti: gli elementi di diagnosi fisica, la fluoroscopia e l’elettrocardiografia.
IL SUPPORTO VERSO LA CARDIOCHIRURGIA
L’approccio funzionale della Taussig fu il trampolino di lancio per il progresso chirurgico nella terapia del difetto cianotico comune conosciuto come Tetralogia di Fallot. Questo fu un passaggio monumentale dal momento che la chirurgia cardiaca del tempo era virtualmente inesistente, o ad ogni modo, ancora grossolana e primitiva rispetto ai livelli sofisticati delle tecniche chirurgiche di oggi.
Dopo essere stata rifiutata da Gross a Boston, fu fortunata nel riuscire a condividere il suo entusiasmo ed il suo interesse con Alfred Blalock (5aprile 1899 – 15settembre 1964) che aveva già lavorato sulla correzione chirurgica della coartazione aortica. In breve tempo il loro sforzo congiunto portò alla pubblicazione di un articolo intitolato The Surgical Treatment of Malformations of the Heart. Questo lavoro descrive in dettaglio la procedura Blalock-Taussig per il trattamento chirurgico della cianosi nella Tetralogia di Fallot.
Scrisse la Taussig:
“Nella clinica mi sono occupata dei bambini cianotici e li ho seguiti fino al tavolo autoptico. Lì ho imparato che i bambini con atresia polmonare morivano mentre il dotto si chiudeva e quelli con severa stenosi polmonare peggioravano in modo marcato. Ovviamente, il problema era come tenere aperto il dotto … Il Dr. Blalock lavorò su questo problema nel suo laboratorio. Due anni dopo mi disse che era convinto di poter riuscire a costruire un dotto. I nostri due pazienti erano severamente inabilitati. Sopravvissero entrambi, e con dei miglioramenti, ma solo nel terzo caso vedemmo delle drammatiche trasformazioni. Il bambino aveva 6 anni, era molto cianotico, e particolarmente infelice; non poteva camminare a lungo. Quando il Dr. Blalock completò l’anastomosi e rilasciò i clampaggi, egli disse di sentire delle buone sensazioni e quasi contemporaneamente l’anestesista affermò “Adesso ha un bel colore”. Io camminavo davanti alla testa del tavolo e vidi il suo viso colorarsi di rosa e le sue labbra diventare rosse. Il bambino si svegliò nella sala operatoria e chiese di alzarsi. Noi sapevamo di aver vinto.”
La procedura Blalock-Taussig [successivamente chiamata Blalock-Taussig-Thomas, a riconoscimento del lavoro di ricerca di Vivien Thomas, (29agosto 1910 – 26novembre 1985) capo tecnico chirurgico] fu praticata per la prima volta nel 1944. La Taussig lavorò tanto anche per combattere molti problemi sociali di quel periodo. Dovette affrontare anche le proteste verbali degli antivivisezionisti. Quando scoppiò il disastro della talidomide lei si occupò del problema sia dal punto di vista scientifico che legislativo, affermando la necessità dell’estensione dei test farmacologici e di un maggior controllo da parte della Federal Drug Administration.
vedi:
- Articolo tratto dal Libro “The History of Cardiology“, 1994, del prof. Louis J. Acierno
Autore: dott. Concetto De Luca (novembre 2011 – rivisto giugno 2020)