BREVE STORIA DEL GCS
“La scala facilita le valutazioni tra unità generali e speciali in caso di recente danno cerebrale, ed è utile anche per definire la durata del coma prolungato”.
[Graham Teasdale & Bryan Jennett]
LA SCALA DEL GCS
Gli urgentisti (dai rianimatori ai 118ttisti) conoscono bene questa questa sigla: GCS è l’acronimo di ‘Glasgow Coma Scale“.
La “scala del coma di Glasgow’, volgarmente tradotta in italiano, è un criterio clinico che serve a valutare lo stato di coscienza nel trauma, con riferimento alla capacità di apertura degli occhi, della risposta verbale e della risposta motoria. Essa si esprime in un punteggio che oscilla dal minimo di 3 (coma) al massimo di 15 (migliore risposta possibile).
La scala fu individuata da due neurochirurghi dell’Università di Glasgow, Graham Michael Teasdale (nato il 23settembre 1940) e William Bryan Jennett (1marzo 1926 – 26gennaio 2008) ad inizio degli anni settanta e divulgata nel luglio 1974 con un articolo (“ASSESSMENT OF COMA AND IMPAIRED CONSCIOUSNESS, A Practical Scale“) pubblicato sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet“.
Nel 1972, Jennett, insieme al collega neurologo Fred Plum, aveva coniato il termine “stato vegetativo”.