Il professor Arthur C. Aufderheide, un campione della paleopatologia
Arthur C. Aufderheide (1922-2013), professore emerito dell’Università del Minnesota, dopo aver girato in lungo e in largo, ha assemblato la più grande raccolta di campioni tissutali (più di 5.000) da mummie, alcune delle quali vecchie di 9.000 anni.
Egli era convinto che l’analisi delle mummie poteva rivelare informazioni riguardo alla diffusione delle malattie nel passato, aspetto che avrebbe potuto dare delle consapevolezze anche agli epidemiologi moderni. Egli fu un eminente bioantropologo che aiutò a fondare la disciplina della ‘paleopatologia‘. Insieme a sua moglie Mary, egli fu un pioniere dello studio delle malattie nelle antiche popolazioni. Nelle sue ricerche di paleopatologia egli utilizzò le tecniche più moderne: biologia molecolare, studio degli isotopi, chimica analitica, immunologia e la diagnostica per immagini.
Le sue ricerche sono riassunte nella “The Cambridge Encyclopedia of Human Paleopathology“, scritta insieme a Conrado Rodriguez-Martin (1998) e “The Scientific Study of Mummies” (2003).
l’enciclopedia della paleopatologia umana
Il libro “The Cambridge Encyclopedia of Human Paleopathology” tratta di uno argomento, quello della paleopatologia (o dello studio della malattia nelle popolazioni del passato). Questo libro mostra anni di lavoro degli autori nel campo della paleopatologia: Nella prima pagina, è descritta come “un lavoro di riferimento per tutti coloro che sono interessati alla storia delle malattie nei resti umani“.
Il libro è diviso in quindici parti: storia della paleopatologia, pseudopatologia, trauma, anomalie congenite, disturbi circolatori, malattie delle articolazioni, malattie infettive, malattie dei visceri, malattie metaboliche, disturbi endocrini ed ematologici, displasia scheletrica, condizioni neoplastiche, dentizione e condizioni varie, con 36 delle 478 pagine dedicate alla bibliografia. All’interno di ogni sezione dedicata a una condizione, i disturbi
sono discussi in un contesto clinico (che copre aspetti come l’eziologia, l’epidemiologia e la patogenesi, le caratteristiche cliniche ed i criteri diagnostici), seguito da evidenze paleopatologiche.
le sezioni del libro
La sezione di storia della paleopatologia copre dal Rinascimento al presente del libro e
si occupa di come la paleopatologia sia sia sviluppata. La Pseudopatologia, un’importante
sezione, considera gli effetti del post-mortem sui reperti e la condizione sia dei tessuti molli che delle ossa, aspetto di cui bisogna essere consapevoli per identificare le condizioni patologiche. La sezione sul trauma affronta una varietà di condizioni: fratture, lussazioni, ferite da armi, miosite ossificante, decapitazione, strangolamento, amputazione, trapanazione, deformazione cranica, cauterizzazione, salasso, lesioni del cuoio capelluto e dei tessuti molli, vittime sacrificali e mutilazioni. La Parte 4 (“Condizioni congenite“) considera un insieme di disturbi alquanto trascurati in paleopatologia perché relativamente rari. La malattia e la necrosi aortica sono discussi nella Sezione 5 (“Malattie circolatorie”), un’altra area di paleopatologia tristemente trascurata, mentre la sezione 6 (“Malattia articolare“) copre disturbi che sono molto comuni nei resti scheletrici umani. La parte 7 (“Malattie infettive“) da informazioni su lebbra, tubercolosi, treponematosi (comprese le teorie di evoluzione in quest’ultimo), osteomielite, periostite, infezioni fungine, infezioni da parassiti ed elminti ed un insieme di infezioni dei tessuti molli (peste, colera, malaria, difterite, antrace, vaiolo, morbillo, rosolia e poliomielite). Le malattie infettive sono una dei principali flagelli delle popolazioni di oggi e del passato; a causa della varietà e del numero di malattie infettive, questo capitolo si estende per 130 pagine.
La sezione 8 riguarda le malattie dei tessuti molli, in particolare i visceri. La parte 9 (“Malattie metaboliche“) tratta dei disturbi correlati alla vitamina D (rachitismo
e osteomalacia), scorbuto, osteoporosi, fluorosi e avvelenamento. La parte 10 concerne le “Patologie endocrine“, la parte 11 le condizioni ematologiche, la parte 12 le displasie scheletriche, la parte 13 le neoplasie e la parte 15 varie condizioni (ad es. malattia di Paget, leontiasi ossea, iperostosi frontale interna, linee di Harris e la displasia fibrosa). La parte 14 è dedicato alla dentizione ed è scritta da Odin Langsjoen. Questo capitolo fornisce un’introduzione alla biologia orale e al malattie che possono colpire il dente e le strutture associate.
vedi:
- Biografia di Arthur C. Aufderheide
- Aufderheide, biografia di Mario A. Rivera
- “The Cambridge encyclopedia of human paleopathology” (Recensione al libro di Charlotte Roberts, University of Bradford)