SULLA FLEBOTOMIA, ANCHE DETTA SALASSO: Consigli di Celso
“Cavare sangue incidendo una vena non è cosa nuova, ma che non vi sia quasi nessun malore, in cui non si tragga, è abitudine nuova.
Trarre sangue ai giovani e alle donne non gravide è cosa vecchia, mi non è da molto tempo che ciò si fa nei fanciulli, nei vecchi ed anche nelle gravide. Gli antichi estimavano che la prima e l’ultima età atte non fossero a sopportare siffatto avvenimento, e fermamente credevano che una donna incinta che subita avesse tale operazione sarebbe andata incontro all’aborto. Ma l’esperienza poi ne fece accorti che non esisteva regola intorno all’uso della flebotomia costante e fissa, ed abbisognare piuttosto di ulteriori osservazioni a meglio scorgere la mente del curante. Infatti è interessante sapere non quale sia l’età, ma ciò che avviene nel nostro corpo e in quale stato si trovino le forze. …
Si può trarre sangue con sicurezza ad un gagliardo ragazzo, ad un robusto vecchio od ad una donna gravida vigorosa. … Con tutto ciò … una gravida dopo una cura ha bisogno con sé di tutte le sue forze non solo per sostenere se stessa, ma anche il feto.
… Importa anche distinguere tra un soggetto forte e grosso ed uno magro e debole. I magri più abbondano di sangue, rispetto alla carne ed il grasso; ecco il perchè ne sopportano la sottrazione, …
La robustezza dell’uomo si stima ancora meglio dall’ispezione delle vene …
E non basta considerare queste cose, ma determinare inoltre quale sia la specie del male; se la materia pecchi per eccesso o per difetto, se il corpo è sano o viziato. …
Quindi in una gagliarda febbre, quando il corpo è rosso e turgide le vene, bisogna ricorrere alla flebotomia, e similmente nei malesseri delle viscere, nel morbo dei nervi [la paralisia], nello spasmo e nelle convulsioni: inoltre nei problemi delle fauci costituiti da uno strangolamento, qual che sia la causa, con difficoltà del respiro; e nell’istantanea perdita di voce: in tutti i violenti dolori, … ed in tutte quelle malattie acute le quali, come già affermato, sono generate non da deficienza, ma da esuberanza di umori. …”
tratto da:
- A. C. Celso, “De Medicina“, I secolo dc