L’anestesia prima che nascesse la moderna anestesia: le spongie soporifere

L’ANESTESIA PRIMA CHE NASCESSE LA MODERNA ANESTESIA: LE SPONGE SOPORIFERE

Spongia soporifera – miniatura dal Post Mundi Fabricam, codice francese, primo quarto del XIV secolo.
“Aiuto ipnotico, cioè soporifero, utile a coloro i quali si curano per mezzo della chirurgia, in maniera che addormentati non sentano il dolore del taglio.
Si prendano queste cose: mezza oncia di oppio tebaico, otto di succo di mandragora tratto dalle foglie spremute, mezza oncia di succo della verde erba di Matala, tre di succo di verde di giusquiamo; trita, raccogli così per mezzo di una spugna in un’unica pasta e diligentemente lascia asciugare; quando vorrai farne uso per mezzo della stessa spugna, per un’ora immergila in acqua calda e avvicinala alle narici e avvertirai il paziente che da sè stesso assorba quella essenza dormire a lungo lungo, e quando lo vorrai risvegliare applicherai alle sue narici un’altra spugna imbevuta di aceto scaldato e potrai così scacciare il sonno”.

Si tratta, come annota G. BELLUCCI (o.c., pp. 4 e 6) dello “Ypnoticum Audiotorium“, riportato nel “Codice 69 dell’Abbazia di Montecassino” e che, con tutta verosimiglianza, è all’origine
della spongia soporifera della Scuola Salernitana e dei molteplici preparati analoghi che, soprattutto nel Basso Medioevo, sono noti in più parti d’Europa. Il loro uso, tuttavia, pare fosse piuttosto limitato, sia per la loro scarsa efficacia, sia per le polemiche che suscitarono alcune loro imprudenti applicazioni.


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