Moriva 40 anni fa l’ultima paziente affetta da vaiolo: la drammatica storia di Janet Parker

MORIVA 40 ANNI FA L’ULTIMA PAZIENTE AFFETTA DA VAIOLO: LA DRAMMATICA STORIA DI JANET PARKER

“Mi dispiace aver perso la fiducia che tanti miei amici e colleghi hanno riposto in me e nel mio lavoro”.

[prof. H. Bedson, settembre 1978]


IL VAIOLO

Janet Parker il giorno del suo matrimonio.

Il vaiolo esiste da oltre un millennio e ha causato centinaia di milioni di vittime. Ogni morte era tragica, ma l’ultima persona a morire per il vaiolo segnò una delle tragedie più strazianti.
Il vaiolo era uno degli assassini più temuti in tutto il mondo. Coloro che non ne sono morti, spesso sono rimasti accecati o sono rimasti ammalati per tutta la vita. La lotta contro il vaiolo è stata anche uno dei trionfi più celebri di ogni sforzo medico internazionale.

Nel 1959, l’Assemblea Mondiale della Sanità annunciò ufficialmente una guerra per eradicare il vaiolo in tutto il mondo. Nel 1977, Ali Maow Maalin, un cuoco dell’ospedale in Somalia, divenne l’ultima persona a rimanere contagiato in un caso naturale di vaiolo. Il mondo aspettava l’annuncio ufficiale del suo debellamento.
Ma l’anno dopo venne segnalato un altro caso.


Un caso davvero drammatico

Janet Parker (1938-1978)

Janet Parker era una fotografa medica, nata nel 1938, che lavorava alla facoltà di medicina dell’Università di Birmingham. Janet lavorava presso il Dipartimento di Anatomia, al piano superiore di quello di Microbiologia, diretto dal professor Henry Bedson, dove si studiava il virus del vaiolo. Bedson credeva di essere sull’orlo di una svolta nella ricerca sul vaiolo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità gli credeva. Gli credeva abbastanza da mandargli dei campioni del virus. Tuttavia, non poteva più continuare a inviargli campioni del virus perché il suo laboratorio non soddisfaceva i requisiti di sicurezza, e nessuno era disposto a spendere soldi per rinnovargli il laboratorio per un virus che era oramai eradicato.


un laboratorio INEFFICIENTE

Eruzione cutanea da vaiolo: la giovane paziente appare come molto più vecchia.

I ricercatori lavoravano all’interno del laboratorio su un virus che si trasmette per via aerea senza “blocchi d’aria”, senza docce separate o strutture di cambio, e senza indumenti speciali per prevenire la contaminazione.
Già nel 1966 vi era stata una contagio da vaiolo in alcuni dipendenti del Dipartimento di Anatomia, ma allora si pensò che la causa fosse legata a qualche viaggio all’estero di uno di questi e non venne istituita alcuna commissione di ricerca medica.
I ricercatori del laboratorio di Microbiologia, tuttavia, tenevano aggiornate le loro vaccinazioni. Il vaccino contro il vaiolo richiedeva il richiamo ogni due anni in tutti il personale non solo del dipartimento di Microbiologia ma anche delle strutture vicine. Janet Parker, al contrario, non aveva avuto alcuna vaccinazione dopo il 1966. Nell’inchiesta, dopo che le era stata diagnosticata la malattia, nessuno fu in grado di determinare esattamente in che modo il virus era penetrato nel sistema di areazione dell’Istituto, ma una volta ottenuto l’accesso, aveva percorso le prese d’aria raggiungendo il suo luogo di lavoro.


un calvario durato circa un mese

Campagna di vaccinazione contro il vaiolo eseguita a Birmingham dopo l’incidente del 1978.

Quando Janet manifestò i suoi primi sintomi nell’agosto del 1978, all’inizio si pensò che avesse il raffreddore. Quindi i medici pensarono che presentasse un’eruzione cutanea da farmaci. Poi cominciarono ad apparire le pustole. Janet fu curata e i suoi genitori, con i quali aveva avuto contatti, furono messi in quarantena.
La prima persona a morire fu il professor Henry Bedson. Di nascosto dalla moglie, andò nel suo giardino e si tagliò la gola lasciando una lettera di scuse. Pochi giorni dopo, il padre di Janet Parker morì per un infarto, segni mostrare i sintomi del vaiolo. Janet stessa alla fine soccombette al vaiolo e morì il giorno 11 settembre 1978.


l’ultima epidemia di vaiolo della storia

La parte posteriore della facoltà di Medicina di Birmingham mostra la posizione del laboratorio di Microbiologia contenente il virus del vaiolo (in basso) e le stanze in cui Parker lavorava (al piano superiore).

A sua madre fu diagnosticato il vaiolo (nella forma più leggera), ma fu rivaccinata e sopravvisse alla malattia. Oltre 500 persone che erano entrate in contatto con Janet in quel mese di agosto furono messe in quarantena e fu istituita una nuova campagna di vaccinazione a Birmingham. Venne istituita una commissione di indagine presieduta dal professor Shooter, che redasse una relazione sull’incidente.
Alla luce di questo incidente, tutte le riserve conosciute di vaiolo furono distrutte o trasferite in uno dei due laboratori di riferimento dell’OMS dotati di un livello di sicurezza adeguato: il CDC di Atlanta e il Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia VECTOR di Koltsovo, in Russia.


l’eradicazione del vaiolo

L’eradicazione mondiale del vaiolo fu certificata da una commissione di eminenti scienziati, dopo intense attività di verifica nei vari Paesi, il 9dicembre 1979 e successivamente approvata con una risoluzione dell’Assemblea mondiale della sanità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità l’8maggio 1980.


riferimenti:

 

Un pensiero su “Moriva 40 anni fa l’ultima paziente affetta da vaiolo: la drammatica storia di Janet Parker


  1. Sono rimasto affascinato dal racconto di jhanet parker ,dalla narrazione del vaiolo, come virus e condeguente malattia, e non riesco a capire come un virus bovino potesse essere libero in un sistema di areazione in un dipartimento di una università di medicina, così importante come quella di Birmigham…
    Grazie per avermi erudito
    Non capisco, perché con il vaiolo,malattia cutanea, si moriva in modo cosi veloce e fatale
    Roberto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *