Un pioniere della moderna trapiantologia: Thomas Starzl
“C’è della brutalità nel togliere fuori il fegato, e poi della raffinatezza nel rimetterlo dentro ed agganciarlo a tutti quei piccoli dotti biliari ed alle altre strutture. Ognuno è un filo su cui si regge l’intera impresa.”
[Così il dott. Thomas E. Starzl, pioniere della moderna trapiantologia, descriveva i suoi primi trapianti di fegato]
Thomas E. Starzl
Thomas Earl Starzl (Le Mars, 11marzo 1926 – Pittsburgh, 4marzo 2017) è stato un medico statunitense, ricercatore ed esperto di trapianti d’organo. A partire dal settembre 1947 fu ammesso alla facoltà di Medicina della Northwestern University, Illinois, e dopo l’anno di matricola, nel 1948, sapendo di non poter più dipendere economicamente dal padre, trovò un lavoro provvisorio al Chicago Tribune come correttore di bozze.
i primi passi da medico
Alla Northwestern Thomas Starzl rimase cinque anni invece dei soliti quattro, perché lavorò come ricercatore con il Dott. Horace Winchell Magoun, un professore di neuroanatomia: in questo periodo Starzl sviluppò una tecnica di registrazione per rilevare le risposte del cervello agli stimoli sensoriali. Nel 1950 Magoun lasciò la Northwestern University per un nuovo incarico all’Università di Los Angeles, dove fondò il dipartimento di Anatomia; Starzl lo raggiunse nel 1951 per completare il suo dottorato di ricerca in neurofisiologia. All’inizio del giugno del 1952 Starzl si laureò ricevendo i tre attestati di dottorato di ricerca, laurea e abilitazione all’esercizio della professione medica.
la specializzazione
Starzl si iscrisse al prestigioso programma di formazione chirurgica presso la Johns Hopkins University Hospital, a Baltimora, nel 1952 e il primo luglio iniziò l’internato. L’Hopkins era un trampolino di lancio: il livello medio delle tecniche chirurgiche e l’opportunità di fare esperienza clinica non avevano concorrenti in nessun’altra università, anche se lo stipendio concesso agli internati era solo simbolico. Il 27 novembre 1954, quando ormai stava per terminare il suo periodo di ricerca sperimentale al laboratorio di William Stewart Halsted, sposò Barbara June Brothers di Hartville, Ohio. Un anno e mezzo dopo, all’inizio della primavera del 1956, decise di trasferirsi all’Università di Miami dove era stata fondata da poco una nuova facoltà di Medicina con un Dipartimento di Chirurgia, il Jackson Memorial Hospital, e completare lì l’ultimo anno di specializzazione.
starzl ed il fegato
Durante questo periodo, qualcosa nel subconscio sembrò spingerlo verso il fegato, grande nemico dei chirurghi: coloro, che avevano provato ad asportarne una parte, avevano esposto il paziente a rischi mortali di emorragia. Siccome non c’era possibilità di operare animali di grossa taglia, fece esperimenti sui cani ottenuti dal canile della città, allestendo una sala operatoria in un garage vuoto di fronte al pronto soccorso del Jackson Memorial Hospital. Starzl sviluppò una nuova tecnica per rimuovere il fegato, primo passo nel trapianto di questo organo, metodo pubblicato e diventato standard mondiale. Nel 1958 tornò alla Northwestern University di Chicago, dove aveva accettato una borsa di studio in chirurgia toracica per la sola ragione di superare l’esame di abilitazione, che gli avrebbe consentito di esercitare la professione di chirurgo. Il primo luglio del 1959 diventò il secondo chirurgo a tempo pieno della facoltà di medicina della Northwestern University per quattro anni: durante questo periodo perfezionò ulteriormente le tecniche di trapianto di fegato.
la lotta contro le crisi di rigetto
Nel dicembre del 1961, Starzl accettò l’incarico di professore associato in chirurgia presso la University of Colorado School of Medicine, a Denver, credendo che gli potesse offrire maggiori possibilità di sviluppare un attivo programma di trapianto d’organo. Già dalla fine del 1950 i chirurghi avevano cominciato a sperimentare i primi farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto di un organo trapiantato, rendendo possibile per la prima volta il trapianto. Nonostante il suo interesse per il trapianto di fegato umano, Starzl lo considerava troppo rischioso rispetto alle conoscenze di immunosoppressione di allora: l’unica debole speranza era rappresentata dal trattamento con la 6-Mercaptopurina in grado di attenuare e ritardare il rigetto. Il 27marzo 1962 Starzl eseguì la sua prima operazione di trapianto di rene a Denver fra gemelli monovulari. L’operazione fu un successo, ma il suo vero obiettivo rimaneva il fegato e ben presto si sarebbe dedicato a quella sfida.
i primi trapianti di fegato
Il giorno 1marzo 1963, Starzl tentò il primo trapianto di fegato al mondo. Il suo paziente fu un bambino di tre anni chiamato Bennie Solis, affetto da atresia delle vie biliari, una malattia per la quale non esisteva alcun trattamento medico e alcuna speranza di vita. Durante l’intervento, il sangue del bambino non coagulò ed egli morì dissanguato, nonostante il tentativo di fermare l’emorragia; l’operazione non fu portata al termine. Starzl fu ampiamente criticato ma, imperterrito, tentò di nuovo nel maggio 1963. Questa volta, diede al suo paziente, un uomo con il cancro al fegato, enormi quantità di fibrinogeno, una proteina che favorisce la coagulazione del sangue. L’operazione sembrò essere un successo ma il paziente morì tre settimane dopo per le medesime complicanze. Nonostante il secondo paziente fosse sopravvissuto per poco più di tre settimane, l’operazione di Starzl rappresentò una pietra miliare per la chirurgia e in pochissimo tempo egli diventò un chirurgo di fama internazionale.
i successi e le critiche
Negli anni successivi, Starzl lavorò per risolvere il problema della mancata coagulazione del sangue e del rigetto dei tessuti. Nella primavera del 1964 diede inizio alla più grande ricerca sulla tipizzazione tissutale che fosse mai stata fatta. Già dal 1960 il medico Paul Terasaki della University of California, Los Angeles aveva sviluppato un metodo per la rilevazione degli antigeni dei tessuti, gli agenti responsabili del rigetto; questo diede il via alla ricerca nel campo dell’istocompatibilità umana: tali studi permisero di abbinare donatori e riceventi, in maniera tale che i tessuti risultassero compatibili tra loro. Starzl, inoltre, rivolse la sua attenzione allo sviluppo di farmaci che bloccassero il rigetto del nuovo organo da parte del sistema immunitario: oltre alla combinazione di Imuran-Prednisone.
il padre del trapianto di fegato
Nel luglio del 1967 Starzl era pronto a tentare il trapianto di fegato nuovamente: questa volta i pazienti furono neonati e bambini affetti da diverse malattie epatiche. Gran parte degli interventi eseguiti ebbero successo anche se alcuni dei pazienti, sopravvissuti all’operazione, morirono poco tempo dopo per malattie non correlate al trapianto. Entro la fine del 1970, il tasso di sopravvivenza per i trapiantati di fegato era salito al 40 per cento.
Nel periodo compreso tra il 1970 e i primi anni del 1980 la carriera di Starzl toccò il suo apice: dopo essere stato promosso a professore di chirurgia presso l’Università del Colorado nel 1964, fu fatto presidente del dipartimento nel 1972.
nonostante tutto…
Alla fine degli anni settanta Starzl iniziò degli esperimenti con un nuovo farmaco, la Ciclosporina, la quale aveva un’efficacia superiore nella prevenzione del rigetto dell’organo. La sua introduzione diede un segnale incoraggiante, perché fece aumentare il tasso di sopravvivenza nei trapianti. Tuttavia, nonostante fosse stato deciso di portare avanti le esperienze con la Ciclosporina nel Colorado, nessuno poteva aspettarsi quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Il rettore e il preside della facoltà di Medicina e dell’annesso Colorado General Hospital distrussero le basi, su cui si fondava l’attività di trapianti del gruppo di Starzl, licenziando Jack Franks, direttore del centro per le ricerche cliniche, dove effettuavano i trapianti di fegato sull’uomo, e Tony Aldrete, direttore del servizio di Anestesia. Questi fatti gli fecero capire molto chiaramente che l’università non aveva più nessuna intenzione di proseguire le ricerche nel campo dei trapianti e che le successive esperienze con la Ciclosporina non dovevano essere portate avanti all’Università del Colorado.
starzl a pittsburgh
Starzl decise, così, di rassegnare le dimissioni per la fine dell’anno. Dopo essere stato a lungo corteggiato dall’University of California di Los Angeles, decise di prendere in considerazione la proposta di Hank Bahnson, direttore dell’Università di Medicina di Pittsburgh, dove si trasferì il 31 dicembre 1980. Non poche furono, comunque, le difficoltà incontrate a Pittsburgh: ostacoli burocratici impedivano l’uso di farmaci promettenti come la Ciclosporina e i trapianti, diversi da quelli di rene, erano considerati sperimentali e, pertanto, non rimborsabili. Prima del Natale 1981 Starzl decise di presentare il problema a Charles Everett Koop, il rappresentante nazionale dei chirurghi statunitensi, il quale gli suggerì di comparire davanti ad un comitato governativo, presso il National Institutes of Health, che avrebbe potuto approvare l’operazione. Starzl riunì così un gruppo di bambini, che erano sopravvissuti ai trapianti di fegato eseguiti tra il 1970 e primi anni del 1980, come prove a sostegno del valore dell’operazione; dopo molte testimonianze, il comitato approvò il trapianto di fegato come un servizio per l’umanità.
riferimenti:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Starzl
- Thomas Earl Starzl, Ai limiti del possibile, Memorie di un chirurgo dei trapianti, Longanesi & C., Edizione italiana a cura di Luigi Rainero Fassati, 1993, Milano.
- http://www.starzl.pitt.edu/index.html
- “Orthotopic homotransplantation of the human liver“, by T E Starzl, C G Groth, L Brettschneider, I Penn, V A Fulginiti, J B Moon, H Blanchard, A J Martin, Jr, and K A Porter [Ann Surg. 1968 Sep; 168(3): 392–415.]
- “Fifteen years of clinical liver transplantation“, by T E Starzl, L J Koep, C G Halgrimson, J Hood, G P Schroter, K A Porter, R Weil 3rd [Gastroenterology. 1979 Aug; 77(2): 375–388.]
- “LIVER TRANSPLANTATION WITH USE OF CYCLOSPORIN A AND PREDNISONE“, by Thomas E. Starzl, Göran B. G. Klintmalm, Kendrick A. Porter, Shunzaburo Iwatsuki, and Gerhard P. J. Schröter [N Engl J Med. 1981 July 30; 305(5): 266–269]
- https://burdenofgeniusfilm.com/
- http://articles.latimes.com/1992-08-30/news/mn-8477_1_liver-transplant