TRA MITO E FISIOLOGIA: LE ASCENSIONI, IL VOLO E LE CONDIZIONI FISIOLOGICHE ESTREME
“Che Minosse mi sbarri terra ed acqua, ma il cielo è pur sempre aperto: passeremo di lì. Sarà padrone di tutto, ma non dell’aria!”
IL VOLO
Personalmente, nella mia irrazionale puerilità continuo a considerare, alla soglia dei 50 anni, ancora il volo come uno strumento del demonio, e prima di salire in aereo 15 gocce di lexotan non me le leva nessuno; però questa è una pagina di storia della scienza (perché la Medicina è scienza) e devo fidarmi delle parole del grande vinciano: “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.”
I popoli del passato cui facciamo riferimento maggiormente nella nostra storia (Mesopotamia, Mediterraneo ed Europa) non avevano granché confidenza con le condizioni più estreme delle alte quote montane ed altezze celesti. La loro fisica, la loro fisiologia, ma anche la loro demografia erano alquanto ‘piatte’.
il mito
Il volo ed il mondo degli uccelli affascinava i greci, ma le scarse competenze scientifiche crearono il falso mito di Icaro. Per sfuggire dal labirinto di Minosse, il giovane eroe volò con le sue ali di cera foggiate ad arte dal padre Dedalo. Rapito dall’esperienza, Icaro volò fin troppo in alto, vicino al sole facendo scogliere le ali per precipitare malamente a terra. Icaro, dunque, morì per il politrauma da caduta. Nel nostro mondo fisico reale le sue ali non avrebbero dovuto sciogliersi al calore del sole, ma al massimo indurirsi al freddo delle alte quote.
il medioevo E RINASCIMENTO
LA MONGOLFIERA
Il 21 novembre 1783, il giovane fisico francese Jean-François Pilâtre de Rozier e il marchese François Laurent D’Arlandes compirono il primo volo umano non vincolato della storia sorvolando Parigi sopra gli occhi del re Luigi XVI, della corte e di una folla immensa. Il pallone navigò sui cieli della futura ville lumiere per 5,5 miglia in circa 25 minuti. Pilâtre de Rozier e François Laurent D’Arlandes sono i primi due aeronauti umani.
i primi aeronauti
Pochi giorni dopo, il 1° dicembre, altri due francesi, Jacques Charles e Marie-Noël Robert sempre a Parigi, compirono il primo volo umano libero con un aerostato gonfiato con idrogeno, il gas più leggero dell’aria che era stato scoperto nel 1766.
In uno dei suoi voli ci racconta di come, grazie ai lavori fisiologici del dott. Paul Bert, nel 1874 riuscì a raggiungere l’eccezionale quota di 7.300 metri sul suo areostato Zenith inalando ossigeno portatile, insieme a due compagni di viaggio, il giornalista Joseph Crocé-Spinelli e l’ufficiale di marina Théodore Henri Sivel.
IL VOLO DI TISSANDIER, CROCE’-SPINELLI E SIVEL
Il giovedì 15 aprile 1875 la sua ascensione fu più sfortunata. Prese il volo con i suoi due abituali compagni di viaggio e tre fiaschette contenenti ossigeno al 70% mentre con un aspiratore contenente potassa avrebbe potuto dosare la quantità di acido carbonico. Ovviamente era dotato per il viaggio anche di barometro aneroide e termometro ad alcool che poteva misurare la temperatura minima di -30°, bussola, ed altri strumenti di misurazione.
Crocè-Spinelli iniziò a lamentare mal d’orecchi a quota +500 mt. Superati i 4.000 mt, i tre iniziano a respirare la miscela di ossigeno per vedere se le fiasche sono funzionanti. Superati i 7.000 mt, dopo 90 minuti dalla partenza, i tre continuano a respirare l’ossigeno: “Eccellente effetto“. Subito dopo, Sivel inizia a lamentare un pò di debolezza (raggiunge i 150 battiti al minuto), ma i tre vogliono superare quota 8.000 e decidono di proseguire. Crocè-Spinelli ammirare la bellezza dei cirri.
MORTE DI CROCE’ E SIVEL
Nel frattempo, il freddo inizia a far sentire sempre di più il suo effetto. Superati i 7.500 mt si inizia a sentire uno stato di intorpidimento misto a gioia interiore ed indifferenza. Superati gli 8.000 mt, a 2 ore dalla partenza, con temperatura di -8° e pressione di 315 mmHg, Tissandier vorrebbe urlare la sua gioia: ma sente la lingua come paralizzata. Sviene, e quando si riprende, inizia a scendere velocemente ma il vento spinge dal basso verso l’alto L’andamento della discesa è bifasico, la curva di ascesa e discesa la forma di una M. Da lì è un vai e vieni di memoria persa e ripresa. Alla terza ora e mezza Tissandier si risveglia, stanco e stordito ed urla: “Sivel, Crocè, svegliatevi!“. Ma i due rimangono accovacciati nella navicella, sotto le loro coperte. Tissandier si avvicina a Sivel: ha la faccia nera, gli occhi terrei, la bocca aperta e piena di sangue. Non solo Sivel, anche Crocè è morto.
Autore: dottor Concetto De Luca
riferimenti:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Icaro
- https://medium.com/thinksheet/symbols-in-art-icarus-f9f370584651
- https://www.greekboston.com/culture/mythology/fall-of-icarus/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Arca_di_No%C3%A8
- http://www.leonardo-to-mars.com/index.php/it/il-codice-del-volo.html
- https://www.intoscana.it/it/articolo/leonardo-e-il-sogno-di-icaro-ali-e-macchine-volanti-del-genio-da-vinci/
- https://www.frasicelebri.it/frasi-di/leonardo-da-vinci/
- https://www.britannica.com/biography/Montgolfier-brothers
- https://en.wikipedia.org/wiki/Montgolfier_brothers
- https://en.wikipedia.org/wiki/Jean-Fran%C3%A7ois_Pil%C3%A2tre_de_Rozier
- https://en.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois_Laurent_d%27Arlandes
- http://www.aerostati.it/pionieri.htm
- https://it.wikipedia.org/wiki/Gaston_Tissandier
- https://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Bert
- Paul Bert: “La pression barométrique : recherches de physiologie expérimentale“, Paris, Masson, 1878
- Gaston Tissandier: “Histoire de mes ascensions, récit de vingt-quatre voyages aériens (1868-1877), précédé de simples notions sur les ballons et la navigation“.